domenica 28 luglio 2013

filipis























lunedì 1 luglio 2013

ufficio affari riservati

D' Amato, lo " sbirro grand gourmet " che tirava le fila dell' esercito di infiltrati

Nella struttura dei servizi una piramide parallela i cui vertici sono ancora tutti da definire

----------------------------------------------------------------- IL RETROSCENA D'Amato, lo "sbirro grand - gourmet" che tirava le fila dell'esercito di infiltrati Nella struttura dei servizi una piramide parallela i cui vertici sono ancora tutti da definire ROMA - "Un piede dentro la legalita', tre fuori". Poi dava avidamente una tirata alla milionesima sigaretta della giornata e rideva: "Ma i bravi spioni non si fanno mai beccare". Per questo parlava di Henke, Miceli, Maletti e degli altri capi dei servizi segreti militari, finiti tutti nei guai, con lo stesso disprezzo che riservava agli chef che dimenticavano di mettere lo zafferano nella bouillabaisse. Un insulto, per uno come lui, figlio di un piemontese e di una napoletana ma nato a Marsiglia, la patria della celeberrima zuppa di pesce. Lui no, lo "sbirro grand gourmet" che abbinava la passione per lo spionaggio a quella per la gastronomia, non si fece mai beccare. Eppure Carlo Mastelloni e' sempre piu' convinto: era proprio Federico Umberto D'Amato il Grande Vecchio a conoscenza di tutti i misteri d'Italia. Fondatore, signore e padrone di una polizia segreta dentro il corpo stesso della polizia. Una specie di "Gladio" parallela, costituita non per sonnecchiare nella quotidianita', pronta a sollevarsi in armi nel caso di un golpe comunista ma operativa giorno dopo giorno, anno dopo anno, alla ricerca di ogni informazione utile alla causa anticomunista. Un fine per il quale tutti i mezzi, secondo il magistrato, erano buoni. Compreso l'arruolamento di personaggi coinvolti nelle faccende piu' torbide della strategia della tensione. Della lista di 250 nomi di informatori di D'Amato recuperata da Mastelloni in un armadio degli Interni non si sa quasi niente. Solo che sarebbe scritta a macchina (lo "sbirro goloso" odiava il computer) e avrebbe, ordinatamente riportata accanto ad ogni nome, la cifra versata a compenso. Dalle cinquanta alle centomila lire mensili, che all'epoca (anni Sessanta) erano una somma piu' che discreta. Tra cautele, indiscrezioni e smentite, pero', un nome e' saltato fuori. Un nome gia' noto, emerso anche nelle indagini sull'archivio del Viminale abbandonato in un capannone sull'Appia e scoperto nel novembre scorso da Aldo Giannuli, un perito barese che lavorava per conto del giudice Salvini: "Aristo". Cioe' Armando Mortilla, un giornalista oggi in pensione e piuttosto malconcio dopo un ictus, che lavorava ai programmi per l'estero della Rai. Una specie di Pecorelli, dice chi lo ha conosciuto, "ma piu' bravo: tanto e' vero che non ha fatto la fine di quello". Che fosse legato a Ordine Nuovo e ai francesi di "Ordre e tradition" di Guerin Serac si sapeva. Come si sapeva dell'ambiguita' dell'agenzia che aveva fondato, la "Notizie Latine", strettamente federata con la "Fiel", un'agenzia dei sindacati falangisti spagnoli che sarebbe servita di copertura a tutta una serie di episodi oscuri, e all'Aginterpresse, l'"ufficio" messo su a Lisbona da ex dell'Oas e utilizzato a lungo dalla Cia per le operazioni sporche. Quello che non si sapeva e' che avesse un rapporto cosi' stretto con l'Ufficio affari riservati diretto da D'Amato. E proprio questo sarebbe il nocciolo del nuovo filone dell'interminabile inchiesta condotta da Mastelloni sul sabotaggio ad Argo 16, l'aereo dei servizi che, pochi giorni dopo aver riportato a Tripoli un gruppetto di arabi presi a Fiumicino mentre progettavano un attentato a un aereo israeliano, si disintegro' sopra Marghera il 23 novembre 1973, probabilmente abbattuto per vendetta dal Mossad: "Aristo" era un informatore o piuttosto un infiltrato? E quanti infiltrati ci sono in quella lista di 250 nomi? D'Amato, che negli ultimi anni, prima di morire nell'agosto scorso, aveva preso a scherzare sulla sua vita da "spione" e a concedere rare interviste, sosteneva due cose. La prima: "Agli affari riservati c'erano solo poliziotti professionisti. Anzi, sbirri. Come me". La seconda: "Evitavamo fascisti e comunisti". Insomma, un ufficio "politicamente corretto", costretto a sporcarsi le mani il minimo indispensabile nel pantano degli informatori. Ma e' qui che entra in gioco, pare, la domanda che si pone il giudice veneziano. Una domanda che da decenni tormenta tutti quelli che si sono occupati delle stragi, della strategia della tensione e del terrorismo in Italia: quanti informatori erano nella realta' degli infiltrati? Mastelloni lo ripete con gli amici, ai convegni, nelle interviste, da anni: "Nel '74 era gia' possibile avere una sorta di organigramma non delle colonne delle Br ma di alcuni nominativi che poi sarebbero stati arrestati solo molti anni dopo. E lo stesso vale per il terrorismo di destra. La lotta al terrorismo fu eccessivamente lunga. E fini' oggettivamente per ritardare le analisi su alcuni fenomeni come le stragi". Il problema dello stragismo, per lui, starebbe tutto qui: i capi dei servizi consentirono agli infiltrati di agire? Questo sarebbe il nodo: capire come venivano gestiti gli informatori e gli infiltrati. Quali erano gli uni e quali gli altri. Perche' e' vero che oggi l'infiltrazione e' riconosciuta entro certi limiti dal codice di procedura penale. Ma restano gravi dubbi, non solo di dottrina, sull'"agente provocatore". Quello che, se puo' far comodo ai datori di lavoro, alza i livelli di scontro. In pratica: potremmo trovarci davanti alla sorpresa che una certa struttura di potere, dal dopoguerra in poi, sapeva tutto prima e lasciava fare. Chi era infiltrato nelle Brigate rosse, questa e' la teoria del giudice, poteva conoscere qualche volta non solo l'obiettivo ma l'ora e il luogo dove doveva accadere l'attentato. E lasciava fare. Dimenticando un articolo del codice penale che dice che "chiunque omette di impedire un evento puo' essere incriminato per aver cagionato l'evento stesso". Conclusione: evidentemente c'e' stato un malinteso senso della conservazione dello status quo. In nome del quale sarebbe stato pagato un prezzo. Spesso alto. E chi stava sopra a tutto? Lui, risponde Mastelloni, il Grande Vecchio. L'uomo che, firmandosi inizialmente con lo pseudonimo di Federico Godio, diede vita alla versione italiana della "Guida Gault & Millau" e che, secondo il giudice, sarebbe stato il punto di riferimento, anche dopo la chiusura degli "Affari Riservati", di tutti gli "spioni" in servizio agli Interni e soprattutto di quella specie di "polizia dentro la polizia" che aveva messo in piedi. Squadre con uomini propri, gerarchia propria e fondi propri, sparpagliate in giro per le questure e le prefetture di tutta Italia. Uomini fidatissimi che gli consentivano la gestione di un sistema di doppia informazione, quella palese e quella clandestina. A farla corta: una struttura piramidale parallela i cui vertici non sono ancora stati definiti. Tanto che il magistrato veneziano sarebbe convinto di una cosa: che oltre alle liste sterminate di "fonti" ricostruite anche grazie alla scoperta del deposito sull'Appia e a quella di 250 nomi scovata la scorsa settimana, Federico Umberto D'Amato conservasse gelosamente un altro archivio. Piu' piccolo ma piu' segreto di tutti. Ancora da trovare.


http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntate/il-gastronomo-del-viminale/1399/default.aspx

blue moon

L'Operazione “Blue Moon”
Chi ha covato le uova del serpente? Inchiesta. La diffusione degli stupefacenti nell'Italia degli anni Settanta coinvolse i servizi segreti italiani e statunitensi e i fascisti. Distruggere i movimenti sociali e giovanili con tutti i mezzi. Cosa avevano scoperto Fausto e Iaio uccisi a Milano nel 1978? Uno sguardo alla storia recente del nostro paese per comprendere più chiaramente l'oggi.
Così come si narra nella leggenda secondo cui scoperchiando il vaso di Pandora ne sarebbero fuoriusciti tutti i “mali del mondo”, nella realtà del nostro paese, appena si trova una traccia di “malaffare e malversazione varia”, ecco che ne fuoriescono (come nella leggenda del vaso), fatti e personaggi che definire “strani” è ben poca cosa.
Lo sdoganamento della destra exfascista e neofascista, compiuto attraverso l'elezione del primo governo Berlusconi, la loro entrata nell’agone politico-amministrativo nostrano (che ha poi comportato l'elezione o la nomina di sindaci, di ministri, di sottosegretari e di amministratori pubblici di vario grado e genere, etc…), ha fatto emergere un’area sociale che o si credeva dispersa, oppure non più in grado di nuocere perché affogati nella “melassa” perbenista o nella dimenticanza!!
Ancora non si sono chiariti tutti i retroscena che hanno accompagnato gli anni della “strategia della tensione” (stragismo, servizi deviati, indagini depistate, omicidi di esponenti “scomodi” ecc... ecc...), che adesso sta emergendo un'altra strategia!
Strategia e progetto messi in opera a partire dalla seconda metà degli anni ’70 per combattere e ridurre allo stato “di totale impotenza”, interi settori sociali e giovanili, che avevano osato ribellarsi e rifiutare lo stato di cosa allora presente nel paese. Ci riferiamo all’operazione denominata Blue Moon e all'impatto che ebbe sui movimenti degli anni '70
Abbiamo appreso delle dichiarazioni che il testimone Roberto Cavallaro ha reso nel processo a Brescia sulla strage di Piazza della Loggia (avvenuto il 28 maggio 1974, ad opera di un gruppo neofascista). "Non ha dubbi Roberto Cavallaro, ex sindacalista della Cisnal, sentito ieri nell'ottantaquattresima udienza del processo per la strage di piazza della Loggia: Ordine Nuovo era legato a doppio filo con i servizi segreti deviati. Una convinzione che deriva dalla partecipazione diretta a un determinato ambiente e non da voci raccolte tra i militanti dell'estrema destra. Cavallaro che ha collaborato dal '71 al '73 con il Sid (servizi di sicurezza), tra le sue dichiarazioni ha anche rivelato che: «Con l'operazione Blue Moon si voleva promuovere la diffusione di droga per limitare la ribellione dei giovani".
Ma all'origine era l’operazione Chaos (dalla quale è poi stata realizzata l’operazione denominata Blue Moon), un’iniziativa “coperta”, ossia segreta, messa in atto dalla CIA nel 1959, inizialmente nata per contrastare gli avvenimenti che avevano portato al potere Fidel Castro a Cuba e che prevedeva l'infiltrazione tra gli “esuli” anticastristi (in previsione dell’operazione fatta poi con lo sbarco della Baia dei Porci nell'aprile del 1961, operazione militare appoggiata dalla Cia per rovesciare il governo di Fidel Castro). Tutto questo si può vedere nei documenti desecretati dal governo USA (CIA ed altre sezioni speciali) a questo link: (http://www.serendipity.li/cia/lyon.html).
Vista la “buona” riuscita dell’operazione, si è pensato successivamente di avviarla su larga scala, soprattutto quella europea, che allora, era attraversata da grandi movimenti giovanili di contestazione radicale contro i rispettivi governi – i movimenti del'68 in Francia, Italia, Germania e poi il movimento del ’77 italiano. E' iniziata così una operazione “coperta” che prevedeva l'infiltrazione e, soprattutto, la diffusione di “sostanze” psicotrope, LSD, droghe leggere e pesanti (eroina, morfina, marijuana), pasticche anfetaminiche di vario tipo ed effetto (benzedrina, metedrina ecc..).
Ciò aiuta a capire come (del tutto inconsapevolmente), ampi settori sociali giovanili negli anni '70 si siano fatti irretire o affascinare da comportamenti ritenuti alternativi, antagonisti o di grande valore estetico!!!
Da una indagine sviluppata nell'area metropolitana di Roma (http://www.altrestorie.org/news.php?extend.114), si mette in evidenza come nel 1970 nella capitale fossero schedati “solo” 560 tossicomani al di sotto dei 25 anni. Nessun eroinomane. L'eroina, a Roma, era ancora una sconosciuta.
L' inchiesta rileva: "Che cosa è successo tra il '70 e il '75, a Roma e in Italia? Il '75 è l'anno dei primi morti di eroina: l'opinione pubblica è traumatizzata. Ma l'eroina non è arrivata misteriosamente, a caso, tutto d'un tratto. Le tre notizie che abbiamo riportato sono legate a filo doppio. Nel 1970, l'equipe di ricercatori presso il Centro per le tossicosi da farmaci stupefacenti e psicotropi ha avuto modo di accostare un vasto campione di giovani tossicomani romani: 142”.
E ancora “Tutti questi ragazzi (meno di 25 anni) usavano "droga pesante": non oppio e morfina, ma anfetamine, barbiturici e ipnotici non barbiturici; tutti erano "tossicomani": avevano un livello notevole di dipendenza fisica ed erano pesantemente coinvolti nell'esperienza, spesso travolti da essa. Gli stati mentali in cui una persona viene portata da dosi "pesanti" di anfetamina e barbiturici (o ipnotici non-barbiturici, come il metaqualone) sono fortemente confusionali; molto raramente un individuo, anche molto "allenato" riesce a controllare l'esperienza o a mantenersi lucido”.
Una connessione evidente con gli sviluppi del progetto Chaos è data da quanto riportato nel documento summenzionato, quando si riferisce che: All’epoca ci fu una colossale operazione della sezione narcotici che su un “barcone”, ancorato presso il fiume Tevere, fermò e arresto con l’accusa di detenzione di sostanze stupefacenti decine di giovani romani, perlopiù appartenenti alla generazione cosidetta “hippie” o “beat”. La colossale montatura, del "Tempo" coadiuvata in questo dal servizio segreto del SID, aveva scopi politici precisi: tenere le decine di migliaia di studenti medi, in un periodo particolarmente combattivo, sotto il mirino della repressione, coi poliziotti davanti alle scuole, e genitori, comitati e presidi mobilitati in funzione antidroga; e, sul versante droga, determinare il modello di sviluppo del mercato. I carabinieri costituiscono Nuclei Antidroga in tutta Italia; lavorano gomito a gomito col Narcotic Bureau; intrattengono rapporti continui con l'Ambasciata americana, diretta dal filogolpista, ambasciatore Graham Martin, amico del generale Miceli (al quale ha fatto versare 500 milioni, secondo il Rapporto Pike del Senato USA); e inviano uomini in USA ai corsi specializzati nelle tecniche di infiltrazione; il capitano del Nucleo, Servolini, è stato numerose volte presentato come fascista e non ha mai smentito: per esempio, nella controinchiesta La strage di stato e su "Notizie Radicali"; secondo "Lotta Continua," avrebbe protetto la spedizione delle guardie forestali contro la RAI-TV nella notte del golpe di Borghese (cfr. "Lotta Continua," 4 ottobre 1975, p. 2); la caserma di Servolini sta a pochi metri dalla RAI; il famoso proclama agli italiani di Borghese cominciava ricordando un'Italia ridotta a "popolo di drogati, devastata dagli stupefacenti e dal comunismo." Siamo nel periodo d'oro del generale Miceli e dei suoi rapporti privilegiati con i politici e con l'ambasciata americana.La grande paura della droga scatenata dal caso "Barcone" provoca degli effetti scientificamente prevedibili: interessa alla droga, artificiosamente, centinaia di migliaia di giovani sprovveduti, attirati dalla curiosità; è il concetto, teorizzato in America di "scare"; "nella storia della droga in America - dice Victor Pawlak, Direttore della “Do It Now Foundation” - abbiamo visto che i grandi boom dell'uso di certe sostanze sono stati provocati da qualche campagna di stampa che ha fatto detonare un panico di massa nella popolazione adulta e una curiosità artificiale nella popolazione giovane." .
Sempre su questa falsariga si evidenzia anche come: Il lavoro, capillare e massiccio, dei "giornalisti d'assalto, funziona su un doppio livello:
a) Influenzare direttamente la burocrazia statale, i carabinieri e le forze di polizia sensibilizzandoli ancora di più alla repressione dura con­tro i capelloni e i drogati e fornendo loro una copertura politica.
b) Influenzare l'opinione pubblica, a livello di massa, imponendo anche in Italia il mito della marijuana come droga assassina (…)
Un altro studio (www.moviesport.net/vecchienuovedroghe/vecchieenuovedroghe.pdf), sempre sui comportamenti giovanili e loro “usi e costumi” analizza il fenomeno “droghe” in veloce sviluppo, si vede la storia che ha sviluppato, in senso anti-movimento, la diffusione massiccia di sostanze che aveva come unico scopo quello di allontanare settori sempre più ampi di giovani dalla partecipazione a forme di contestazione del sistema politico vigente allora: Si può ben dire che il problema “droghe d’abuso” ha attraversato la società occidentale in forma esplosiva; il fenomeno era sporadico e circoscritte a sparute avanguardie culturali fino alla II Guerra Mondiale, mentre ha assunto una diffusione massiva nell’intero mondo occidentale in relazione al maggior benessere, ai rivolgimenti sociali, alla globalizzazione dei consumi e dei comportamenti”.
Omettendo le radici storiche (mistico-religiose) del fenomeno ‘droga’, le tappe recenti possono essere così sintetizzate:
Primi del ‘900: la rivoluzione industriale
L’uso bellico (eroina + cocaina)
La diffusione delle droghe d’abuso nelle ‘società del benessere’ (StatiUniti verso Europa); il movimento hippie e la diffusione degli allucinogeni e della cannabis
In Italia anni ’70: diffusione delle amfetamine, da prescrizione medica; inizio della diffusione dell’eroina
Fine anni ’80: comparsa dell’“ice” (d-metil-amfetamina cloridrato) in cristalli da fumare insieme al tabacco di sigaretta.
Anni ’90: diffusione delle ‘droghe da discoteca’ (associazione di sostanze psicoattive, stimolanti e allucinogene: le extasy)
Allargamento del mercato della cocaina, dall’uso elitario al consumo diffuso; l’introduzione del crack
Nella guerra di bassa intensità scatenata dagli apparati statali (italiani e statunitensi) contro i movimenti alla sinistra del Pci, appare chiaro come essi agissero su più fronti utilizzando sia la diffusione di stupefacenti in funzione disgregante, sia la repressione (con almeno 5mila persone finite in carcere per reati politici) ed infine con la “carota”.
Il governo di allora, quello cosiddetto “dell’unità nazionale”, vedeva nella gestione delle politiche governative sia i democristiani che l’opposizione rappresentata allora dal PCI ma che assicurava il sostegno al governo prima con l'astensione e poi con la solidarietà nazionale.
Venne allora varata una legge, detta “dell’occupazione giovanile” - la Legge 285/77 - che recitava così:
Allo scopo di:
1) incentivare l'impiego straordinario di giovani in attività agricole, artigiane, commerciali, industriali e di servizio, svolte da imprese individuali o associate, cooperative e loro consorzi ed enti pubblici economici;
2) finanziare programmi regionali di lavoro produttivo per opere e servizi socialmente utili con particolare riferimento al settore agricolo e programmi di servizi ed opere predisposti dalle amministrazioni centrali;
3) incoraggiare l'accesso dei giovani alla coltivazione della terra;
4) realizzare piani di formazione professionale finalizzati alle prospettive generali di sviluppo, per il 1977 e per i successivi tre anni e' stanziata la complessiva somma di lire 1.060 miliardi (…)
http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:1977-06-01;285.
Decine di migliaia di giovani disoccupati (circa 80.000), moltissimi dei quali altamente scolarizzati, poterono così trovare un lavoro e relativo salario, presso le amministrazioni pubbliche, attraverso la creazione di cooperative che poi venivano assorbite dall’ente pubblico presso il quale avevano sviluppato i loro progetti e interventi lavorativi.
Questa operazione, tipicamente democristiana, ha avuto come obiettivo e come effetto politico soprattutto quello di disinnescare la bomba sociale rappresentata dalla disoccupazione giovanile e dalla mancanza di prospettive.
Il movimento che si era sviluppato nel ’77 venne così ferocemente stretto: da una parte da una repressione sempre più feroce, e dall’altra vittima (inconsapevole) delle sue contraddizioni e debolezze interne.
Da testimonianze raccolte dopo che si era completamente perso qualsiasi ricordo o interpretazione minimamente critica di quegli anni, si capisce meglio adesso quali e quanti soggetti e strutture “coperte” abbiano lavorato per sconfiggere una contestazione e opposizione che, allora, aveva messo veramente alle strette il sistema dominante. Due esponenti del movimento degli anni '70 (Miliucci e Ambrosini) ne commentano criticamente a posteriori le sottovalutazioni (vedi: http://rebusmagazine.org/tematiche/1977-eroina-e-rivoluzione/).
A conclusione di questa riflessione, possiamo rilevare insieme a quest’elemento di “storicizzazione”, un secondo ordine di considerazioni che attengono invece all’attualità. Al ciclo dell’eroina, mai del tutto esauritosi, si è accompagnata la diffusione, costante e progressiva nell’ultimo trentennio, della cocaina
In questa fase entra in campo, ancora una volta (se mai ce ne fossimo allontanati) la destra neofascista, alla quale il sistema dominante di allora, ma anche quello odierno, ha appaltato il lavoro sporco di diffusione e di spaccio delle droghe pesanti (eroina e cocaina).
Oggi è la cocaina – diventata low cost - a farla da padrona anche nei quartieri popolari e notiamo come nelle cronache nere si scoprano sempre più frequentemente elementi e soggetti ex militanti di gruppi neofascisti coinvolti in quest’attività
Un caso su tutti, emblematico perché molto cruento e ancora oggi senza (apparentemente) colpevoli dichiarati, è quello dell'omicidio di Fausto e Iaio. Ci sono solo sospetti e forse qualcos’altro, ma come direbbe Pasolini: “Io so, ma non ho le prove!!”
Seguendo questo link http://strozzatecitutti.info/2011/05/26/quando-i-fascisti-spacciavano-eroina-di-emiliano-di-marco/ viene alla luce il contesto nel quale matura l'omicidio di Fausto e Iaio a Milano.
Proprio lo scenario di una saldatura tra ambienti malavitosi e formazioni di estrema destra è quanto stava venendo alla luce, a Milano, in una inchiesta, effettuata con interviste audioregistrate da due militanti del Centro Sociale Leoncavallo, Fausto Tinelli e Lorenzo “Iaio” Iannucci, tra i tossicodipendenti del Parco Lambro. I due ragazzi furono uccisi il 18 marzo del 1978 in un agguato rivendicato a Roma dal gruppo neofascista dei NAR – brigata combattente Franco Anselmi, di cui faceva parte Massimo Carminati, componente della Banda della Magliana. I nastri registrati e gli appunti dell’inchiesta, in cui Fasto e Iaio stavano venendo a capo delle implicazioni dei gruppi neofascisti milanesi nel traffico di droga, non furono mai rinvenuti”.
Nel medesimo link, l'autore conferma, ancora una volta, il punto di partenza del nostro ragionamento ossia le rivelazioni dell“l’affaire” Cavallaro.
Arrestato ed inquisito dalla magistratura nell’ambito dell’indagine sul fallito golpe, riferì agli organi inquirenti che, nel 1972, mentre si trovava in addestramento in Francia, apprese dell’esistenza di una operazione segreta della CIA in Italia, denominata Blue Moon, con l’obiettivo della diffusione delle sostanze stupefacenti a base di oppiacei tra i giovani delle principali città italiane e per sviluppare disgregazione sociale, con l’obiettivo di diffondere il consumo di droga negli ambienti sociali vicini all’area della contestazione studentesca, fiaccandone le velleità rivoluzionarie ed esaltandone gli istinti individualisti ed anarcoidi, come già era stato sperimentato con successo negli USA. L’operazione Blue Moon “era condotta in Italia dai servizi statunitensi utilizzando uomini e strutture che facevano capo alle rappresentanze ufficiali di quel paese in Italia.”
C'è abbondante materia su cui riflettere, indagare, approfondire, connettere. Per far comprendere ai più giovani cosa sono stati veramente i movimenti di lotta degli anni Settanta – oggi pesantemente evocati ed esorcizzati appena qualcuno starnutisce un po' più forte o indossa una t-shirt sconveniente – e come sono stati combattuti dal sistema dominante che sta mettendo oggi all'opera i provvedimenti antipopolari che all'epoca non riusciva a imporre per la forte resistenza politica e sociale che incontrava nel paese.
Operazione Blue Moon/2. La guerra non ortodossa in Italia
Continua l'inchiesta sulla guerra di bassa intensità scatenata in Italia dagli Usa, dagli apparati dello stato e dai fascisti dagli anni Sessanta in poi. Il ruolo "dell'amerikano" Ronald Stark. Diffusione massiccia di stupefacenti e infiltrazioni in funzione "antinsurrezionale". La strage di Piazza Fontana fu uno snodo di questa guerra sul fronte interno.
Proseguendo una rilettura, o inchiesta, sulle vicende riguardanti gli anni ’70 ed i movimenti che si sono sviluppati in quegli anni (dal ’68 in poi fino al ’77), ci imbattiamo (come mai???) in un personaggio che molti di oggi non faranno fatica a riconoscerlo o almeno ad averne sentito parlare: Si tratta dunque del noto, e famigerato, personaggio di: Ronald Stark.
Sul ruolo da lui ricoperto nelle vicende che hanno coinvolto il nostro paese in quella che è stata poi definita “una guerra di bassa intensità!”, esiste una vasta pubblicistica e documentazione.
Se qualcuno ha, ingenuamente reputato come favole che la diffusione della droga era organizzata dalla Cia per fiaccare la ribellione dei giovani, negli anni Sessanta e Settanta; ebbene chi poteva mai dare retta alla storia che veniva allora raccontata e che poteva somigliare a paranoie dietrologiche raccontate dai gruppi alternativi americani, i cosiddetti “guru del Movement”; i quali vedevano complotti dappertutto?
Ora, meglio tardi che mai, sorpresa!! Dal gran mazzo di carte e documenti «classificati», sui quali Bill Clinton (allora era presidente USA) tolse il segreto, spunta qualche foglio che rilancia quella tesi considerata «assurda e paranoica»; delineando scenari da X-Files (sit-com allora ancora sconosciuta, ma che oggi appare molto verosimile!!).
Lo scrittore G. De Lutiis, in un suo recente libro (I servizi segreti in Italia, Editori Riuniti), dedica all’argomento diverse pagine. Questa lettura, che dovrebbe interessare sia i licei che le università, per documentare l’assurda vicenda di un Paese che pare abbia vissuto due differenti storie: una ufficiale, composta da un personale politico e imprenditoriale, da uomini di cultura e autori di canzonette, e un’altra probabilmente sotterranea, fatta di intrighi, dossier, golpe tentati e stragi riuscite.
In questa pubblicazione De Lutiis, (studioso e consulente della commissione parlamentare sulle stragi), ha utilizzato i dati contenuti nei documenti Usa e ricapitolati in un rapporto del Ros, il Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri: titolato Annotazione sulle attività di guerra psicologica e non ortodossa compiute in Italia tra il 1969 e il 1974 attraverso l’Aginter Presse.
Tutto ciò, in gran parte, proviene da un documento redatto dal capitano Massimo Giraudo, l’ufficiale che ha supportato il giudice istruttore Guido Salvini nelle indagini sulla strage di piazza Fontana e sull’eversione di destra in Italia. In questa documentazione (individuata da De Lutiis) viene evidenziato il ruolo avuto dal Piano Chaos, programma, attuato tra il 1968 e il 1974, della cosidetta “guerra psicologica e a bassa intensità” (“psychological and low density warfare”) dell’Occidente contro il comunismo, attuata anche attraverso l’infiltrazione di agenti provocatori all’interno dei movimenti di sinistra. (http://dust.it/articolo-diario/il-caro-agente-ronald/).
In questo link ci si domanda: … Ma chi era davvero Ronald Stark? (…) «In seguito alla decisione del presidente degli Stati Uniti Bill Clinton di togliere il segreto che gravava su oltre un milione di documenti, sono divenuti pubblici alcuni studi condotti da istituti di ricerca statunitensi legati in vario modo a servizi segreti. Secondo alcuni di questi studi, risalenti agli anni Sessanta, la diffusione di Lsd, e più in generale degli allucinogeni, poteva essere presa in considerazione come arma per deprimere l’attivismo politico dei giovani americani». Da altri documenti ora «declassificati», che provengono direttamente dal governo degli Stati Uniti, emerge la verità sui «Chicago riots», gli scontri avvenuti a margine della Convenzione del Partito democratico che si tenne dal 25 al 29 agosto 1968, a cui hippy e giovani dei movimenti underground si erano presentati per contestare la candidatura alla Casa Bianca del senatore Hubert H. Humphrey, favorevole alla continuazione della guerra in Vietnam. Gli scontri con la polizia, i più duri del decennio dopo le rivolte dei ghetti neri, iniziarono la domenica sera e continuarono fino alla notte del martedì successivo.
Ora emerge che, secondo i documenti del governo, un sesto degli hippy partecipanti ai disordini «apparteneva ad agenzie federali e a organismi di intelligence». Una percentuale altissima d’infiltrati e provocatori per spingere i giovani sulla strada dello scontro fisico e della violenza.
Ecco che riappare una nostra recente conoscenza: …I magistrati italiani hanno documentato che, nei primi anni Sessanta, Stark ha lavorato presso il settore Progetti speciali del Dipartimento Difesa degli Stati Uniti e che anche in seguito ha ricevuto periodici versamenti di somme di denaro provenienti da Fort Lee, conosciuta come sede della Cia. Qualche conferma a questi scenari è arrivata anche da un italiano, Roberto Cavallaro, (vedi articolo di Contropiano: operazione Blue Moon) che nel 1974 fu arrestato per il tentato golpe della Rosa dei Venti: la Cia, ha dichiarato Cavallaro a Giraudo, nei primi anni Settanta aveva lanciato in Italia l’Operazione Blue Moon, «consistente (…) nella diffusione di sostanze stupefacenti negli ambienti giovanili al fine di provocarne la destabilizzazione».
I magistrati italiani hanno documentato che nei primi anni Sessanta Stark ha lavorato presso il settore Progetti speciali del Dipartimento Difesa degli Stati Uniti e che anche in seguito ha ricevuto periodici versamenti di somme di denaro provenienti da Fort Lee, conosciuta come sede della Cia. Qualche conferma a questi scenari è arrivata anche da un italiano, Roberto Cavallaro, che nel 1974 fu arrestato per il tentato golpe della Rosa dei Venti: la Cia, ha dichiarato Cavallaro a Giraudo, nei primi anni Settanta aveva lanciato in Italia l’Operazione Blue Moon, «consistente», scrive De Lutiis, «nella diffusione di sostanze stupefacenti negli ambienti giovanili al fine di provocarne la destabilizzazione». Nella sua inchiesta, il giudice Salvini cita i Mind control programs (programmi di controllo della mente) che prevedevano sperimentazione e uso di allucinogeni, mescalina, Lsd.
Nella sua inchiesta, il giudice Salvini cita i Mind control programs (programmi di controllo della mente) che prevedevano sperimentazione e uso di allucinogeni, mescalina, Lsd.
Tra questi programmi, Mk-Ultra, Bluebird, Artichoke (della Cia), Derby Hat (dell’Esercito), Chatter (della Marina). Sembra X-Files, ma è la realtà.
Si aggiungono ulteriori tracce di una inchiesta ancora tutta da completare su questi argomenti.
L’addestramento di “agenti” avveniva in Virginia, nella base di Quantico, dagli allievi veniva “familiarmente chiamata Hoover University”, dove funzionava a tempo pieno una «scuola d’infiltrazione» organizzata per preparare gli agenti federali e istruirli anche al consumo di droghe per renderli più credibili negli ambienti hippy! Scuola costruita da Edgar Hoover, per quarant’anni capo dell’Fbi e fermo assertore dell’uso «politico» degli stupefacenti per tenere sotto controllo gli ambienti underground e bloccare lo sviluppo della New Left, la «Nuova Sinistra» americana.
Ronald Stark in Italia non si presentava certo come produttore di Lsd, né tanto meno come agente della Cia. «Si presentava come un rivoluzionario a tempo pieno», ma con un aria vagamente hippy per renderlo più fluido nelle sue frequentazioni.
In realtà Stark aveva una parte importante in questa "strategia della droga". Aveva aperto in Belgio, a Le Clocheton, un centro di ricerche biomedicale che invece risultava essere un laboratorio per la produzione di acido lisergico (Lsd –ndr). In soli due anni, secondo il rapporto del Ros, produsse 50 milioni di dosi di Lsd.
Stark ha sempre sostenuto di non avere nessun rapporto con l’amministrazione statunitense ma numerose prove e documenti stanno a testimoniare il contrario, tant’è che: (…) quando fu arrestato a Bologna, Ronald Stark fu identificato come cittadino americano nato a New York il 9 aprile 1938, possessore di due fattorie in California, di una società finanziaria in Liechtenstein, di un «centro di ricerche» in Belgio.
In un interrogatorio che Stark rese ai giudici, negò di essere in rapporto con i servizi americani o di qualsiasi altro Paese, ma non tralasciò di ricordare al giudice una legge americana che punisce con pene severe l'agente segreto che sveli la sua qualifica.
Le autorità statunitensi hanno sempre fermamente smentito che Stark fosse un agente americano ed hanno anche affermato che lo stesso era anzi ricercato dalla giustizia americana. Gli Stati Uniti, che formalmente lo ricercavano da anni, non avevano però voluto richiedere la sua estradizione.
Nonostante ciò però da parte dell’amministrazione statunitense, o dai loro diretti esponenti politici, non fu però mai avanzata nessuna richiesta di estradizione, mentre risultano documentati i cordiali rapporti intrattenuti da Stark con alti funzionari americani sia durante la sua carcerazione, sia in epoca precedente al suo arresto.
Nella sua stanza all’Hotel Baglioni, il migliore di Bologna, e nella sua cassetta di sicurezza in un’agenzia romana della Banca Commerciale furono trovati documenti che provano i suoi rapporti con una serie di siciliani molto potenti: il misterioso ex presidente dell’Ente Minerario Siciliano Graziano Verzotto, il proconsole di Andreotti Salvo Lima, il principe golpista Giovanni Alliata di Montereale, l’ex capo del Sid Vito Miceli. Altri contatti Stark li aveva con personaggi americani, da cui riceveva lettere su carta intestata di ambasciate. In carcere riceveva le visite del vice console degli Usa a Firenze, Wendy M. Hansen.
La vicenda pare chiudersi con questa notizia: 25 gennaio 1985 - Ronald Stark, uno dei più enigmatici personaggi rimasti implicati nelle storie di terrorismo italiano e internazionale, sarebbe morto nelle Antille nel luglio scorso. (Luglio 1984 ndt).
È invece rimasta aperta, troppo aperta, la partita della cosiddetta «guerra psicologica e non ortodossa», combattuta negli anni Settanta e Ottanta senza esclusione di colpi, con molti tipi di armi. Comprese le droghe. Una guerra che ha lasciato un'onda lunga che arriva... fino ad oggi. Dobbiamo saperne di più!L'inchiesta continua.
Per maggiori info sull'operazione Blue Moon e Ronald Stark:
http://dust.it/articolo-diario/il-caro-agente-ronald/
http://www.skilluminati.com/Research/entry/ronald hadley_stark_the_man_behind_the_lsd_curtain
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/01/25/misteriosa-morte-di-stark-uomo-della.html
http://archivio900.globalist.it/it/documenti/doc.aspx?id=154
Vedi i precedenti articoli dell'inchiesta di Contropiano
http://www.contropiano.org/it/cultura/item/7842-loperazione-%E2%80%9Cblue-moon%E2%80%9D
http://www.contropiano.org/it/news-politica/item/7737-il-lavoro-sporco-dei-fascisti-del-terzo-millennio
http://www.contropiano.org/it/news-politica/item/7919-fumi-e-nebbie-sulla-strage-di-piazza-fontana
http://www.contropiano.org/it/cultura/item/5739-italia-una-strage-lunga-quaranta-anni