domenica 4 aprile 2010


Futurismo
Filippo Tommaso Marinetti, per un'Italia più grande ancora«...Alle 1 e 20' del 2 dicembre la sua voce calma mi chiama: “Scusami”...». «...La crisi precipita, il cuore di Marinetti si bloccava. Mi guardò concentrando nello sguardo una sorprendente potenza di pensiero disperato interrogante, mentre la bocca disegnava non espresso un violento canto alla vita. Dio mi concesse un sorriso per confortarlo. E fu nel cielo della notte lunare...». Più avanti: «...“Finalmente”, dirai, “posso senza divieti e limiti ispirare proteggere guarire la nostra adorata Italia ferita ma immortale...”».(Benedetta Marinetti, ricordi)L’artista armatoFilippo Tommaso Marinetti, promotore e ispiratore del Futurismo, volontario in due guerre mondiali, tra i fondatori degli Arditi, grandissimo uomo d’arte, azione e pensiero: «L'arte è per noi inseparabile dalla vita. Diventa arte-azione e come tale è sola capace di forza profetica e divinatrice.»
Filippo Tommaso Marinetti, nasce ad Alessandria d'Egitto il 22 dicembre 1876, secondogenito dell'avvocato civilista Enrico Marinetti e di Amalia Grolli.Alcuni anni dopo, la famiglia torna in Italia e si stabilisce a Milano. Fin da giovanissimi i fratelli Marinetti manifestano uno smisurato amore per le lettere, ed un temperamento esuberante.Nel 1894 Marinetti consegue il baccalaureato a Parigi e si iscrive alla facoltà di Legge di Pavia già frequentata dal fratello maggiore Leone, che morirà nel 1897 a soli 22 anni a causa di complicazioni cardiache. Trasferitosi all'ateneo di Genova un anno prima della laurea, che conseguirà nel 1899, collabora all'Anthologie revue de France et d'Italie, e vince il concorso parigino dei Samedis populaires con il poemetto La vieux marins.Nel 1902 viene pubblicato il suo primo libro in versi La conquete des étoiles nel quale già si scorgono i primi versi sciolti e quelle figure che caratterizzeranno la letteratura futurista.Vicino all'area politica socialista non vi aderisce mai a pieno per via delle sue idee nazionaliste, e nonostante la pubblicazione sull'Avanti del suo Re Baldoria, riflessione politico satirica.Nel 1905 fonda la rivista Poesia, tramite la quale inizia la sua battaglia per l'affermazione del verso libero, per il quale dapprima incontra un'ostilità diffusa. Il 20 febbraio del 1909 pubblica su Le Figaro' il manifesto del Futurismo, fondato su undici punti che conglobano tutte le arti, il costume e la politica, facendo del futurismo l'unica avanguardia poliedrica. Il futurismo dichiara Marinetti: "E' un movimento anticulturale, antifilosofico, di idee, di intuiti, di istinti, di schiaffi, pugni purificatori e velocizzatori. I futuristi combattono la prudenza diplomatica, il tradizionalismo, il neutralismo, i musei, il culto del libro."La rivista Poesia viene soppressa pochi mesi dopo perché considerata sorpassata dallo stesso Marinetti, il quale conclude la sua pubblicazione facendo apparire sull'ultimo numero il poema futurista Uccidiamo il chiaro di luna, atto d'accusa all'arcaico sentimentalismo dominante nella poesia italiana, e vero e proprio inno alla follia creativa.Da principio, oltre ai frizzanti e provocatori Manifesti, le serate a teatro sono la principale cassa di risonanza del futurismo, il pubblico composto da aristocratici, borghesi e proletari, viene provocato con abilità e maestria e spesso le serate futuriste si concludono con l'intervento delle forze dell'ordine.Nel 1911 allo scoppio del conflitto in Libia, Marinetti, vi si reca come corrispondente per il giornale parigino L'intransigeant, e sui campi di battaglia trova l'ispirazione che consacrerà definitivamente le parole in libertà.Nel 1913, mentre in Italia sempre più artisti aderiscono al futurismo, Marinetti parte per la Russia per un ciclo di conferenze. Nel 1914 pubblica il libro parolibero Zang Tumb tumb.Alla vigilia del primo conflitto mondiale Marinetti ed i futuristi si proclamano accesi interventisti, e partecipano al conflitto, alla fine del quale al leader futurista sono conferite due medaglie al valore militare.Alla fine della prima guerra mondiale Marinetti stipula un programma politico futurista, i suoi intenti rivoluzionari portano alla formazione dei fasci futuristi e alla fondazione del giornale Roma futurista. Nello stesso anno avviene l'incontro con la poetessa e pittrice Benedetta Cappa che nel 1923 diventerà sua moglie, e da cui avrà tre figlie.Nonostante una certa vicinanza all'area comunista e anarchica, Marinetti non è convinto che una rivoluzione bolscevica come quella russa sia prospettabile per il popolo italiano, e ne propone un'analisi nel suo libro Al di là del comunismo pubblicato nel 1920.Il programma politico futurista affascina Mussolini trascinandolo a fare suoi molti degli innumerevoli punti del manifesto programmatico. Nel 1919 alla riunione al San Sepolcro per la cerimonia di fondazione dei fasci dei combattenti, Mussolini si avvale della collaborazione dei futuristi e della loro abilità propagandistica.Nel 1920 Marinetti si allontana dal fascismo, accusandolo di reazionarietà e passatismo, rimanendo comunque una personalità rispettata e piena di considerazione da parte di Mussolini. Durante i primi anni di regime fascista Marinetti intraprende varie tournee all'estero per la divulgazione del futurismo, durante questi suoi viaggi partorisce l'idea per un nuovo tipo di teatro, "regno del chaos e della molteplicità."Il 1922 è l'anno che vede la pubblicazione del, a detta del suo stesso autore, "indefinibile romanzo" Gl'Indomabili, a cui seguiranno altri romanzi e saggi.Nel 1929 viene insignito della carica di letterato d'Italia. Seguono la pubblicazione di poemi ed aeropoemi.Nel 1935 si reca volontario in Africa orientale; di ritorno nel 1936 comincia una lunga serie di studi e sperimentazioni sulle parole in libertà.A luglio del 1942 riparte per il fronte, stavolta nella campagna di Russia. Il suo stato di salute all'arrivo del rigido autunno si aggrava ulteriormente e viene rimpatriato. Nel 1943 dopo la destituzione di Mussolini, con la moglie e le figlie, si trasferisce a Venezia.Verso l'una e venti del 2 dicembre 1944 a Bellagio sul Lago di Como, mentre dimorava in un albergo in attesa di ricovero in una clinica svizzera, muore a causa di una crisi cardiaca; quella stessa mattina all'alba aveva composto i suoi ultimi versi.Di lui ha detto il poeta Ezra Pound: "Marinetti e il futurismo hanno dato un grande impulso a tutta la letteratura europea. Il movimento al quale Joyce, Eliot, io stesso e altri abbiamo dato origine a Londra non sarebbe esistito senza il futurismo".Parigi, 20 febbraio 1909. La prima pagina del giornale Le Figaro apre con un articolo dal titolo breve e accattivante: Le Futurisme, a firma di Filippo Tommaso Marinetti. A qualche battuta di introduzione segue il Manifeste du Futurisme, articolato in undici punti, dei quali questo è l'incipit:1. Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerarietà.2. Il coraggio, l'audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia.Il cittadino eroico - Scuole di coraggio - Gli artisti al potere - Le case del genio - La vita festaNoi futuristi abbiamo stroncato tutte le ideologie imponendo dovunque la nostra nuova concezione della vita, le nostre formole d'igiene spirituale, il nostro dinamismo estetico, sociale, espressione sincera dei nostri temperamenti d'italiani creatori e rivoluzionari.Dopo aver lottato dieci anni per lo svecchiamento dell'Italia, dopo aver sfasciato a Vittorio Veneto l'ultra-passatista Impero austro-ungarico, fummo in carcere, incolpati di avere attentato alla sicurezza dello Stato, in realtà colpevoli di Futurismo italiano.Siamo più che mai ardenti, instancabili e ricchi d'idee. Ne abbiamo regalate molte e ne prodigheremo ancora. Non siamo dunque disposti a ricevere l'imbeccata da chicchessia, né a plagiare, noi creatori italiani, il russo Lenin, discepolo del tedesco Marx.L'umanità cammina verso l'individualismo anarchico, mèta e sogno d'ogni spirito forte. Il Comunismo invece è una vecchia formula mediocrista, che la stanchezza e la paura della guerra riverniciano oggi e trasformano in moda spirituale.Il comunismo è l'esasperazione del cancro burocratico che ha sempre roso l'umanità. Cancro tedesco, prodotto dal caratteristico preparazionismo tedesco. Ogni preparazione pedantesca è anti-umana e stanca la fortuna. La storia, la vita e la terra appartengono agli improvvisatori. Odiamo la caserma militarista quanto la caserma comunista. Il genio anarchico deride e spacca il carcere comunista.La patria rappresenta per noi il massimo allargamento della generosità dell'individuo straripante in cerchio su tutti gli esseri umani simili a lui, simpatizzanti e simpatici. Rappresenta la più vasta solidarietà concreta d'interessi spirituali, agricoli, fluviali, portuali, industriali, legati da un'unica configurazione geografica, da una stessa miscela di climi e da una stessa colorazione di orizzonti.Il cuore dell'uomo rompe nella sua espansione circolare il piccolo cerchio soffocatore della famiglia, per giungere fino agli orli estremi della Patria, dove sente palpitare i suoi connazionali di frontiera, come i nervi periferici del proprio corpo. L'idea di patria annulla l'idea di famiglia. L'idea di patria è un'idea generosa, eroica, dinamica, futurista, mentre l'idea di famiglia è gretta, paurosa, statica, conservatrice, passatista. Una forte idea di patria scaturisce per la prima volta oggi dalla nostra concezione futurista. È stata prima d'ora una confusa miscela di campanilismo, retorica greco-romana, eloquenza commemorativa, istinto eroico incosciente, esaltazione degli Eroi morti, sfiducia nei vivi e paura della guerra.Il patriottismo futurista è invece una passione accanita, per il divenire-progresso-rivoluzione della razza.Come massima potenza affettiva dell'individuo, il patriottismo futurista, pure rimanendo disinteressato diventa l'atmosfera più favorevole alla continuità ed allo sviluppo della razza.Il cerchio affettivo del nostro cuore italiano, allargandosi, abbraccia la patria, cioè la massima quantità manovrabile di ideali, interessi, bisogni miei, nostri, legati e senza contrasti.La patria è il massimo prolungamento dell'individuo, o meglio: il più vasto individuo capace di vivere lungamente, dirigere, dominare e difendere tutte le parti del suo corpo.La patria è la coscienza psichica e geografica dello sforzo di miglioramento individuale.Non si può abolire l'idea di patria se non rifugiandosi in un egoismo assenteista. Dire per esempio: io non sono italiano, sono cittadino del mondo, equivale a dire: «m'infischio dell'Italia, dell'Europa, dell'Umanità: penso a me».Il concetto di patria è indistruttibile quanto il concetto di partito.La patria non è che un vasto partito.Negare la patria equivale a isolarsi, castrarsi, diminuirsi, denigrarsi, suicidarsi.Gli operai che oggi marciano sventolando bandiere rosse dimostrano dopo quattro anni di guerra vittoriosa un loro oscuro bisogno di fare un po' di guerra eroica e gloriosa.È assurdo sabotare la nostra vittoria al grido di «Viva Lenin, abbasso la guerra», poiché Lenin, dopo aver spinto il popolo russo a rinunciare ad una guerra, gliene impose un'altra contro Kolciak Denikine e i polacchi.Il bolscevismo russo crea così involontariamente il patriottismo russo, che nasce dal bisogno di guerra difensiva.Non si può sfuggire a questi due concetti-sentimenti: patriottismo, cioè praticità di sviluppo dell'individuo e della razza, eroismo, cioè bisogno sintetico di superare le forze umane, e potenza ascensionale della razza.Tutti coloro che sono stancati dalla varietà tempestosa-dinamica della vita, sognano l'uniformità riposante e fissa che il comunismo promette. Essi vogliono la vita senza sorprese, la terra liscia come una palla da biliardo.Ma le pressioni dello spazio non hanno ancora livellato le montagne della terra, e la vita che è Arte, è fatta (come ogni opera d'arte) di punte e contrasti.Il progresso umano, che ha per essenza le velocità crescenti ammette, come ogni velocità, ostacoli da rovesciare, cioè guerre rivoluzionarie.La vita degli insetti dimostra che tutto si riduce ad una riproduzione ad ogni costo e ad una distruzione senza scopo.L'umanità sogna vanamente di sfuggire a queste due leggi che la eccitano e la stancano alternativamente. L'umanità sogna di stabilire la pace mediante un tipo unico d'uomo mondiale, che dovrebbe essere però subito castrato, perché la sua virilità aggressiva non dichiarasse nuove guerre.Un tipo umano unico dovrebbe vivere su una terra perfettamente liscia. Ogni montagna è una sfida per ogni Napoleone e ogni Lenin. Ogni foglia impreca contro la volontà guerresca del vento.L'irriducibile varietà dei bisogni e dei mezzi di trasporto umani offende il sogno comunista.È infatti tragicamente anticomunista il dovere andare in tram, poi in treno, poi in barca sul lago, poi di nuovo in treno, e finalmente in barca per raggiungere in mare il transatlantico che se fosse un piccolo veliero non porterebbe in America.Dopo la più multiforme e tumultuosa delle guerre, l'umanità tira logicamente fuori il suo vecchio ideale comunista di quiete definitiva.Il comunismo è forse realizzato nei cimiteri. Ma, dato che vi sono molti sotterrati vivi, data la non controllabile morte totale dell'uomo, data la sopravvivenza di sensibilità che muoiono successivamente, i cimiteri contengono senza dubbio comizi furibondi, ribelli in carcere e ambizioni che vogliono inalzarsi. Vi saranno molti tentativi di comunismo, controrivoluzionari che faranno la guerra e rivoluzioni che si difenderanno guerrescamente.La pace relativa non può essere che la stanchezza dell'ultima guerra o dell'ultima rivoluzione. La pace assoluta regnerà forse colla sparizione delle razze umane. Se fossi un comunista mi preoccuperei della prossima guerra tra pederasti e lesbiche, che si uniranno poi contro gli uomini normali.Comincerei la propaganda contro la futura guerra interplanetaria.In Russia, dei rivoluzionari un po' livellatori difendono il loro potere aggredito da rivoluzionari non livellati che vorrebbero livellare un po' meno o disuguagliare di nuovo.Il bolscevismo è stato anzitutto un antidoto violento e vendicativo contro lo czarismo.Ora è una difesa guerresca di quei medici sociali che si trasformano in padroni del popolo malato.In certi paesi non vi è pane per tutti, in altri non vi è agiatezza per tutti.Si grida dovunque: tutti mangeranno pane a sufficienza, tutti saranno ricchi.Noi vorremmo gridare: tutti saranno sani forti e geniali!Una esperienza comunista in Italia, provocherà immediatamente una controrivoluzione inegualista, o partorirà essa stessa una nuova ineguaglianza.Non perdiamo tempo a glorificare lo pseudo-comunismo russo come un risultato definitivo o paradiso terrestre.Tendiamo lo spirito al di là.In tutti i Paesi, e in Italia particolarmente, è falsa la distinzione fra proletariato e borghesia. Non esiste una borghesia tutta fradicia e moribonda, né un proletariato tutto sano e vigoroso. Esistono poveri e ricchi; poveri per sfortuna, malattia, incapacità, onestà; ricchi per frode, furberia, avarizia, abilità; sfruttati e sfruttatori; stupidi e intelligenti; falsi e sinceri; cosiddetti ricchi borghesi che lavorano molto più degli operai; operai che lavorano il meno possibile sperando di non fare assolutamente niente; lenti e veloci; vittoriosi e vinti.È assurdo chiamare borghesia fradicia e moribonda quella massa formidabile di giovani intelligenti e laboriosi piccoli borghesi: studenti impiegati agricoltori, commercianti industriali, ingegneri, notai, avvocati ecc., tutti figli del popolo, tutti preoccupati di superare con un lavoro accanito il mediocre benessere paterno.Fecero tutti la guerra da tenenti e capitani e oggi, affatto stanchi, sono pronti a riprendere il nuovo sforzo della vita con eroismo.Non sono degli intellettuali, ma dei lavoratori dotati d'intelligenza, previdenza, spirito di sacrificio e volontà. Costituiscono la parte migliore della nostra razza. La guerra è stata fatta da questi giovani energici sempre in testa alle masse dei fanti contadini e operai.I contadini e gli operai che fecero la guerra, non avendo ancora una coscienza nazionale, non avrebbero potuto vincere senza l'esempio e l'intelligenza di quei piccoli borghesi tenenti eroici. È inoltre indiscutibile che i tentativi di comunismo sono e saranno sempre guidati da giovani piccoli borghesi volitivi e ambiziosi.D'altra parte è assurdo caratterizzare tutti lavoratori colla parola proletariato, promettendo uguale gloria e dittatura ai contadinî fanti che oggi riprendono il lavoro della terra senza stanchezza, e agli operai che si dichiarano stanchissimi.Bisogna distruggere il passatismo, la vigliaccheria, il quietismo, il tradizionalismo conservatore, l'egoismo materialista, il misoneismo, la paura della responsabilità e il provincialismo plagiario.È provincialismo plagiario gridare: Viva Lenin! Abbasso l’Italia! Viva la Rivoluzione russa! Gridate invece: Viva l’Italia di domani! Viva la rivoluzione italiana! Viva il Futurismo italiano!La rivoluzione russa ha la sua ragione d'essere in Russia, non può essere giudicata che da russi, e non può essere importata in Italia.Innumerevoli differenze separano il popolo russo dal popolo italiano, oltre a quella tipica che distingue un popolo vinto e un popolo vincitore.I loro bisogni sono diversi e opposti.Un popolo vinto sente morire in sé il suo patriottismo, si rovescia rivoluzionariamente o plagia la rivoluzione del popolo vicino. Un popolo vincitore come il nostro vuol fare la sua rivoluzione, come un aeronauta getta la zavorra, per salire più in alto.Non dimentichiamo che il popolo italiano, specialmente irto di individualismi acuti, è il più anticomunista, e sogna l'anarchia individualista.Non esiste in Italia antisemitismo. Non abbiamo dunque ebrei da redimere, valutare o seguire.Il popolo italiano può essere paragonato a un lottatore eccellente che volle lottare non allenato e sprovvisto di mezzi di allenamento. Le circostanze gli imposero di vincere o sparire. Il popolo italiano ha vinto gloriosamente. Ma lo sforzo superò i suoi muscoli, poiché ora, ansante, stremato, incapace quasi di godere della sua grande vittoria, egli maledice noi, suoi allenatori, e tende le braccia a coloro che lo sconsigliavano di lottare.Fra questi partigiani della quiete che vogliono mantenerlo a terra e noi che vogliamo guarirlo, rialzarlo ad ogni costo, è scoppiata una rissa che si prolunga disgraziatamente sul corpo affranto del lottatore stesso.L'enorme groviglio di difficoltà, inciampi, miserie, che ogni guerra lascia sempre dietro di sé, l'esasperazione di tutti gli smobilitati che affondano nell'immenso pantano della burocrazia; la ritardata tassazione energica dei sopraprofitti di guerra, si sommano con la questione adriatica ancora insoluta, il Brennero non valorizzato ecc. ecc.Siamo stati governati da un neutralista inguaribile, che fece tutti gli sforzi per diminuire la forza morale della vittoria nostra.Questo governo favorì i socialisti i quali, sventolando la bandiera comunista di un popolo vinto come il russo, s'impadronirono elettoralmente del popolo italiano vincitore, stanco e scontento.Non si tratta di una lotta tra borghesia e proletariato, bensì di una lotta tra coloro che hanno come noi diritto di fare la rivoluzione italiana e coloro che devono subirne la concezione e la realizzazione.Conosco il popolo russo. Sei mesi prima della conflagrazione universale fui invitato, dalla Société des grandes conférences, a tenere a Mosca e a Pietrogrado otto conferenze sul Futurismo. La trionfale ripercussione ideologica di queste conferenze e il mio successo personale di oratore futurista in Russia sono rimasti leggendari. Tengo a dichiarare tutto ciò, perché il mio giudizio sui futuristi russi appaia nella sua assoluta equità obbiettiva. Sono lieto di apprendere che i futuristi russi sono tutti bolscevichi e che l'arte futurista fu, per qualche tempo, arte di Stato in Russia. Le città russe, per l'ultima festa di maggio, furono decorate da pittori futuristi.I treni di Lenin furono dipinti all'esterno con dinamiche forme colorate molto simili a quelle di Boccioni, di Balla e di Russolo. Questo onora Lenin e ci rallegra come una vittoria nostra. Tutti i Futurismi del mondo sono figli del Futurismo italiano, creato da noi a Milano dodici anni fa. Tutti i movimenti futuristi sono però autonomi. Ogni popolo aveva o ha ancora un suo passatismo da rovesciare. Noi non siamo bolscevichi perché abbiamo la nostra rivoluzione da fare.Noi non possiamo accettare le astuzie dei socialisti ufficiali. Essi:1.) Dichiarano che bisognava evitare la guerra ad ogni costo e riconoscono a mezza voce che lo sviluppo del socialismo rivoluzionario è frutto della guerra.2.) Dichiarano che la tirannia tedesca era assolutamente preferibile alla profusione di sangue eroico.3.) Glorificano l'imboscato e disprezzano l'eroe come un brigante sanguinario.4.) Considerano il disertore come un rappresentante degno del popolo.5.) Accusano e denunciano i rivoluzionari interventisti come responsabili di una «inutile strage».6.) Vilipendono gli ufficiali in un paese dove non esiste militarismo!7.) Spingono le masse alla rivoluzione e poi le frenano, dicendo che il banchetto da dividere sarebbe magro.8.) Trascurano la lotta contro il passato e si alleano coi preti per combattere soltanto noi, rivoluzionari interventisti.9.) Svalutano la nostra vittoria dimenticando che essa innalza moralmente tutti, ricchi e poveri.Ai socialisti ufficiali noi domandiamo:1.) Siete voi disposti come noi a liberare l'Italia dal Papato?2.) Vendere il nostro patrimonio artistico per favorire tutte le classi povere e particolarmente il proletariato di artisti?3.) Abolire radicalmente tribunali, polizie, questure e carceri?luzionario è frutto della guerra.Se non avete queste tre volontà rivoluzionarie, siete dei conservatori, archeologi clericali polizieschi e reazionari sotto la vostra vernice di comunismo rosso.Vogliamo liberare l'Italia dal papato, dalla monarchia, dal Senato, dal matrimonio, dal Parlamento. Vogliamo un governo tecnico senza parlamento, vivificato da un consiglio o eccitatorio di giovanissimi. Vogliamo l'abolizione degli eserciti permanenti, dei tribunali, delle polizie e dei carceri, perché la nostra razza di geniali possa sviluppare la maggior quantità possibile di individui liberissimi, forti, laboriosi, novatori, veloci.Tutto ciò, nella grande solidarietà affettuosa della nostra razza tipica, nella nostra tipica penisola, nel cerchio saldo dei confini conquistati e meritati dalla nostra grande vittoria assolutamente tipica.Non soltanto siamo più rivoluzionari di voi, socialisti ufficiali, ma siamo al di là della vostra rivoluzione.Al vostro immenso sistema di ventri comunicanti e livellati, al vostro tedioso refettorio tesserato, noi opponiamo il nostro meraviglioso paradiso anarchico di libertà assoluta arte genialità progresso eroismo fantasia entusiasmo, gaiezza, varietà, novità, velocità, record.Occorrerà lasciarvi prima tentare un altro esperimento, che io chiamo acefalismo.Essere tutti scemi per non soffrire né desiderare è in realtà un ideale più livellatore e pacificatore di quello che voi urlate: lavorare tutti poco per mangiare tutti un poco.Occorre lasciarvi tentare la distruzione dell'intelligenza umana, poiché l'intelligenza è la prima fonte d'ineguaglianza e di sopraffazione. Speriamo che il vostro tentativo di comunismo abbia almeno come risultato quello di distruggere le nuove ineguaglianze prodotte dallo sfruttamento della guerra e dal principio ereditario che noi combattiamo quanto voi.Noi sogniamo un'Italia futurista, libera, virile, elastica, dinamica, inebriata di progresso, pronta a tutto, cioè improvvisare guerre o rivoluzioni senza eserciti permanenti, ma con la massima quantità di quelli che noi chiamiamo cittadini eroici.Noi prepariamo questi cittadini con una propaganda assidua di libertà individuale, sport, arte, eroismo e originalità futurista.In nome di questa nostra originalità futurista rifiutiamo la concezione comune che fa delle parole: democrazia, libertà, giustizia, femminismo ecc., altrettante ricette universali.Ogni paese ha la sua speciale concezione democratica. In un paese colmo d'individui e d'ingegni come l'Italia, democrazia significa qualità e non quantità.Abbiamo un forte ottimismo.Il sangue italiano versato a Tripoli era migliore di quello versato ad Abba Garima. Quello versato sul Carso, migliore; quello versato sul Piave e a Vittorio Veneto, migliore.Mediante le scuole di coraggio fisico che noi propugniamo, vogliamo aumentare questo vigore del sangue italiano, predisponendolo a tutte le audacie e a una sempre maggiore capacità artistica di creare, inventare e godere spiritualmente.Bisogna guarire tutte le vigliaccherie e tutti i languori e sviluppare l'eleganza spirituale della razza, poiché ciò che di meglio si può trovare in una folla tumultuante è la somma delle sue eleganze spirituali: eroiche, e generose.Bisogna aumentare la capacità umana di vivere la vita ideale delle linee, delle forme, dei colori, dei ritmi, dei suoni e dei rumori combinati dal genio.Si potessero anche sfamare tutti gli stomachi, vi saranno sempre coloro che sapranno conquistarsi dei raffinatissimi pranzi privilegiati.Bisogna eccitare la fame spirituale e saziarla con una grande arte stupenda e gioconda.L'arte è rivoluzione, improvvisazione, slancio, entusiasmo, record, elasticità, eleganza, generosità, straripamento di bontà, smarrimento nell'Assoluto, lotta contro ogni catena, danza aerea sulle cime brucianti della passione, distruzione di ruderi davanti alle divine velocità, varchi da aprire, fame e sete di cielo... giocondi aeroplani golosi di infinito...Vi sono masse umane tenebrose flaccide cieche senza luce né speranza, né volontà.Le rimorchieremo.Vi sono anime che combattono senza generosità per conquistare il piedistallo, l'aureola o la posizione.Convertiremo queste anime meschine ad una alta eleganza spirituale.Bisogna dare a tutti la volontà di pensare, creare, svegliare, rinnovare, e distruggere in tutti la volontà di subire, conservare, plagiare.Mentre agonizzano le ultime religioni, l'Arte deve essere il nutrimento ideale che consolerà e rianimerà le razze inquietissime, insoddisfatte e deluse dal crollo successivo di tanti banchetti ideali insufficienti.Solo l'inebriante alcool dell'arte potrà finalmente sostituire e abolire il tedioso volgare e sanguinario alcool domenicale delle taverne del proletariato.Così nella mia tragedia ilare Re Baldoria, il dinamismo artistico novatore del Poeta-Idiota deriso dalla folla si fonde col dinamismo insurrezionale del libertario Famone, per proporre all'umanità come unica soluzione del problema universale: l'Arte e gli Artisti rivoluzionari al potere.Sì! gli artisti al potere! Il vasto proletariato dei geniali governerà.Il più sacrificato, il più degno dei proletariati. Tutti sono stanchi e delusi. Egli non cede. Il suo genio farà presto esplodere sull'Italia e sul mondo immense rose di forza artistica rallegrante, purificatrice e pacificatrice.Il proletariato dei geniali al governo realizzerà il teatro gratuito per tutti e il grande Teatro aereo futurista. La musica regnerà sul mondo. Ogni piazza avrà la sua grande orchestra strumentale e vocale. Vi saranno così, dovunque, fontane di armonia che giorno e notte zampilleranno dal genio musicale e fioriranno in cielo, per colorare, ingentilire, rinvigorire e rinfrescare il ritmo duro, buio, trito e convulso della vita quotidiana. Invece del lavoro notturno, avremo l'arte notturna. Si alterneranno le squadre dei musicisti, per centuplicare lo splendore dei giorni e la soavità delle notti.Il proletariato dei geniali sarà, solo, capace d'intraprendere la vendita sapiente, graduale e mondiale del nostro patrimonio artistico, secondo il progetto di legge da noi ideato nove anni fa. Questo grano e questo carbone spirituali infonderanno nei popoli più rozzi ammirazione per noi.I nostri musei venduti al mondo diventeranno una dinamica réclame transoceanica del genio italiano.Il proletariato dei geniali, collaborando collo sviluppo del macchinario industriale, raggiungerà quel massimo di salario e quel minimo di lavoro manuale che, senza diminuire la produzione, potranno dare a tutte le intelligenze la libertà di pensare, di creare, di godere artisticamente.In ogni città sarà costruito un Palazzo o Casa del Genio per Mostre libere dell’Ingegno creatore.1.) Verrà esposta per un mese un'opera di pittura, scultura, plastica in genere, disegni d'architettura, disegni di macchine, progetti d'invenzione.2.) Verrà eseguita un'opera musicale piccola o grande, orchestrale o pianistica di qualsiasi genere.3.) Verranno letti, esposti, declamati poemi, prose, scritti di scienza di qualsiasi genere, di qualsiasi forma e di tutte le dimensioni.4.) Le opere di qualsiasi genere o valore apparente, anche se apparentemente giudicate assurde, cretine, pazze o immorali, saranno esposte o lette senza giuria e gratuitamente.La rivoluzione futurista che porterà gli artisti al potere non promette paradisi terrestri. Non potrà certo sopprimere il tormento umano che è la forza ascensionale della razza. Gli artisti, instancabili aeratori di questo travaglio febbrile, riusciranno ad attenuare il dolore.Essi risolveranno il problema del benessere, come soltanto può essere risolto, cioè spiritualmente.L'arte dev'essere non un balsamo, un alcool. Non un alcool che dia l'oblio, ma un alcool di ottimismo esaltatore, che divinizzi la gioventù, centuplichi la maturità e rinverdisca la vecchiaia.Questa arte-alcool intellettuale deve essere profusa a tutti. Così moltiplicheremo gli artisti creatori. Avremo una tipica razza quasi integralmente formata d'artisti. Avremo in Italia un milione di intuiti divinatori, tesi accanitamente a risolvere il problema della felicità umana collettiva. Un assalto così formidabile non può essere che vittorioso. Avremo la soluzione artistica del problema sociale.Noi intanto ci proponiamo di ingigantire la facoltà sognatrice del popolo e di educarla in un senso assolutamente pratico.Il soddisfacimento d'ogni bisogno dà un piacere. Ogni piacere ha un limite.Al limite del piacere comincia il sogno. Si tratta di regolare il sogno e d'impedire che diventi nostalgia d'infinito o odio per il finito. Bisogna che il sogno avviluppi e bagni, perfezioni e idealizzi il piacere.Ogni cervello deve avere una sua tavolozza e un suo strumento musicale per colorare e accompagnare liricamente ogni più piccolo atto della vita, anche umilissimo.La vita comune è troppo pesante, austera, monotona, materialista, male aerata, e se non strangolata almeno inceppata.Aspettando la realizzazione grandiosa del nostro Teatro aereo futurista, noi proponiamo un vasto progetto di concerti quotidiani e gratuiti in ogni quartiere della città, teatri cinematografi sale di lettura libri e giornali assolutamente gratuiti. Svilupperemo la vita spirituale del popolo e ne centuplicheremo la facoltà sognatrice.Grazie a noi il tempo verrà in cui la vita non sarà più semplicemente una vita di pane e di fatica, né una vita d'ozio, ma in cui la vita sarà vita-opera d’arte.Ogni uomo vivrà il suo migliore romanzo possibile. Gli spiriti più geniali vivranno il loro miglior poema possibile. Non vi saranno gare di rapacità né di prestigio. Gli uomini gareggeranno in ispirazione lirica, originalità, eleganza musicale, sorpresa, giocondità, elasticità spirituale.Non avremo il paradiso terrestre, ma l'inferno economico sarà rallegrato e pacificato dalle innumerevoli feste dell'arte.Ho sintetizzato in questo manifesto alcune delle idee già sviluppate nella mia opera Democrazia futurista, pubblicata un anno fa, e nel mio discorso sulla Bellezza e necessità della violenza, pronunciato da me il 26 giugno 1910 alla Borsa del Lavoro di Napoli, e pubblicato nella «Propaganda» di Napoli e nell'«Internazionale» di Parma, poiché oggi sento l'urgenza della loro esplosione benefica e decisiva.(1920)Arte e avanguardia Fonte: http://www.uomo-libero.com/index.php?url=%2Farticolo.php%3Fid%3D374&hashUn'arte neutra? - Dopo il Futurismo - Il "clima culturale" di un'epoca - L'influenza wagneriana - Arte d'avanguardia - Quest'arte già esiste - Arte e informatica - Vulcanismo?."Identità di cittadini e di artisti;fermezza inalterabile nell'idea della grandezza italiana;consapevolezza delle necessità spirituali,dei richiami della stirpe: costruire."Mario SironiLa società dell’immagine, come viene comunemente chiamata quella in cui ci troviamo a vivere e operare, ha un aspetto positivo: nonostante si stia pian piano smarrendo la buona abitudine alla lettura, come pure il semplice interesse nei confronti della cultura, si sono però nel contempo rafforzati l’importanza ed il ruolo dell’immagine e dello slogan progettato ad hoc. Questo non è necessariamente un male, nel senso che si può fare, come sempre, di necessità virtù e rovesciare il negativo nel suo opposto: lo si sta già facendo. Questo significa che l’immagine può – e deve – essere presa nelle mani dell’avanguardia culturale e divenire quindi il veicolo, il mezzo privilegiato, per comunicare in modo immediato dei messaggi, dei contenuti choc.Naturalmente il compito di comunicare in questo modo è da assegnare nel modo più ampio possibile all’arte, arte che dev’essere intesa non più come “neutrale” (l’arte per l’arte…), ma come arte che veicola una visione del mondo, un’arte magica il cui fine sia risvegliare potenze elementari, guidare l’uomo, potenziarlo, rinnovarlo per rinnovare il mondo.Un’arte neutra?Quando un’artista ci dice che la sua è un’”arte per l’arte”, volendo così intendere che la sua è un’arte neutrale che non sottende una visione del mondo, ma che intende invece essere per così dire “oggettiva”, cioè pura visione estetica senza senso, non fa che dell’ipocrisia spicciola, poiché l’intenzione stessa di produrre un’arte neutra è un atto volontario e intenzionale e quindi trasmette di per sé un messaggio che è quello appunto dell’artista neutro, dell’arte in cui il senso lo da il fruitore. Ma il titolo stesso dell’opera influenza l’osservatore, la stessa coscienza delle intenzioni dell’autore influenza la lettura dell’arte. Non esiste di fatto arte neutra, perché l’arte neutra stessa non è neutra, ma soltanto si vuole neutra – e il fatto che non possa essere neutra risiede proprio nel fatto che così si vuole. Solo la natura può essere, in questo senso, considerata neutra, cioè fine a se stessa. Tutto ciò che l’uomo fa è sempre frutto di un’intenzione, di una visione del mondo, è sempre il progetto che la volontà realizza. L’arte influenza il mondo, l’arte è un messaggio che tende a modificare la visione delle cose.Parlo dell’arte come mezzo privilegiato – oggi ancor più – di trasmissione di immagini forza, input elettrici, elettrochoc.Jünger [alias] pone l’arte affianco a eros e thanatos (1), quali uniche oasi di pura libertà nel mondo nichilistico, boschi in cui ritemprare lo spirito, rifugi nei quali il Leviatano non può entrare, ultime trincee difensive da cui balzare come leoni alla conquista della terra.Dopo il FuturismoL’avanguardia non può evitare di interessarsi all’arte né può evitare di lavorare ed operare attraverso di essa; è l’arte che anticipa i tempi ed impone mode e modi di vivere, è l’arte a rispecchiare il mondo in cui si vive e a trattenerlo in vita, ma può essere la stessa arte, per ciò stesso, a spingere un mondo alla sua fine per poi rigenerarlo.Il Futurismo insegna che nulla resta da conservare, neppure i meravigliosi resti di civiltà antiche, esso spinge ad un rinnovamento totale del mondo, ad una distruzione creativa di ogni cosa. Naturalmente tutto quello che il Futurismo ha detto va letto secondo differenti piani e da diverse prospettive, poiché spesso il messaggio viene volutamente esasperato affinché il contenuto profondo colga nell’intimo lo spettatore. Poco importa che l’input venga accolto consapevolmente o meno, ciò che importa è che l’impulso elettrico produca i suoi frutti. E di frutti il Futurismo ne produsse molti sotto molteplici aspetti, e ancor oggi risulta produttivo. Influenzò nei modi più disparati la sua epoca e le successive, dalle trincee della Grande Guerra all’aeropittura.Gli eredi del Futurismo, se davvero si inseriscono nel solco di questa energica “tradizione”, non possono però evitare di confessarsi che esso stesso è passato, quindi esso deve essere superato. L’eredità di questo eminente movimento artistico - «ultimo vero movimento d’arte italiano» s’è detto – non può andare sciupata, ma attraverso un processo di interiorizzazione deve venire superata, trasformata, potenziata. Questo mi sembra un atteggiamento coerente con la teoria futurista. Per questo oggi non si può parlare di futurismo, ma semmai di archeofuturismo o, meglio, di qualcosa ancora da inventare. Perché l’invenzione è futurista.Il “clima culturale” di un’epocaDrieu La Rochelle ha scritto un bel saggio attorno a Van Gogh e Nietzsche (2), in cui in sostanza si dice che i due, vissuti negli stessi anni, e la cui opera fu pressoché parallela, rappresentano a buon diritto il “clima di un’epoca”. Infatti temi e sensibilità ritornano nell’uno come nell’altro in forme diverse, mantenendo però immutati messaggio e contenuti. Prendiamo ad esempio La notte stellata (giugno 1889) o la Notte stellata sul Rodano (settembre 1888). Riguardo alla prima opera Van Gogh scisse in una lettera: «[...] Questa mattina dalla mia finestra ho guardato a lungo la campagna prima del sorgere del Sole, e non c'era che la stella del mattino, che sembrava molto grande. Daubigny e Rousseau hanno già dipinto questo, esprimendo tutta l'intimità, tutta la pace e la maestà e in più aggiungendovi un sentimento così accorato, così personale. Non mi dispiacciono queste emozioni. [...] »(3); nella seconda un cielo stellato si riflette nel Rodano e un Gran Carro illumina il cielo blu cobalto; in entrambe le opere le luci sembrano le stelle caotiche di cui Nietzsche scrisse nella sua prosa elegante ed energica, sembrano i fuochi che irrompono nella notte del mondo moderno squarciando il velo e rinnovando tutto nella luce potente di un caos sidereo.E come non collegare i paesaggi luminosi del Sud della Francia dipinti da Van Gogh con la passione di Nietzsche per i luoghi luminosi delle zone mediterranee, luoghi in cui egli ritrovava la gioiosa esplosione della vita, il forte calore di un sole non soffocato dalla decadenza?In questa ottica i due rappresentano le due facce di un’epoca che avanza, senza di loro non sarebbe stato possibile il Futurismo, ma senza Wagner non sarebbe stato possibile Nietzsche: parlo della tendenza sovrumanista e della sua influenza nei decenni.L’influenza wagnerianaWagner intese creare un’arte totale in cui parola, musica e dramma si unissero in un tutto evocativo ed indivisibile. Le sue straordinarie opere sono la ricostruzione di miti fondatori e la loro riproposizione sotto forma di tragedia, Wagner intendeva infatti tornare alla tragedia com’era vissuta dai greci, un mito collettivo attorno al quale si univa la comunità per trovarvi le sue radici, le sue immagini guida4.Non c’è dubbio che l’influenza della teoria e del dramma wagneriano siano giunte, attraverso Nietzsche, sino al Futurismo condizionandone molteplici aspetti. Il Futurismo volle essere arte totale: teatro, stampa, poesia, musica, cucina, letteratura, pittura, scultura… nulla venne ignorato dal Futurismo, che anzi tentò sempre una sintesi di molte sensazioni in un’unica opera, nell’intenzione di potenziare al massimo la percezione e l’intensità dell’esperienza artistica.L’ultimo vero movimento artistico italiano è stato dunque profondamente influenzato dai due giganti dell’Ottocento, Wagner e Nietzsche; il Futurismo fu una filiazione tra le migliori della tendenza sovrumanista. Questa influenza non si è ancora esaurita, ma anzi la fase mitica di questo movimento è ancora in gestazione, come il caos da cui poi nasce una nuova stella.Arte d’avanguardiaQuello che l’arte d’avanguardia persegue per definizione è la trasformazione del mondo attraverso choc di diversa natura. Questo tipo di arte anticipa i tempi, è rivoluzionaria e conservatrice al tempo stesso perché conserva la possibilità storica del cambiamento, ed è rivoluziona perché produce la fine di un mondo esausto rigenerandolo, creando una nuova origine.L’arte d’avanguardia propone i suoi miti ed attraverso essi genera un nuovo tipo d’uomo, lo in-forma sino a edificare una nuova visione del cosmo e delle cose. Prende nelle sue mani tutto il passato e lo assume come parte del suo progetto: essa edifica il futuro attraverso un’azione che re-interpreta tutto il “fu” in funzione del “sarà”.È un’arte ancora in via di definizione, i suoi contorni rimangono evanescenti ed essa sembra poter invadere e pervadere moltissimi e diversissimi ambiti sentendosi in ogni caso a suo agio, dominando la scena ed imponendo il suo stile inconfondibile.Il problema impellente che questa arte si deve porre, ed effettivamente si è posta, è quello di “parlare il linguaggio” ed attraverso esso veicolare nuovi messaggi; dice bene Adriano Scianca, si tratta infatti di «dominare il linguaggio, quindi. Imporre una logica nuova che decostruisca i paradigmi dominanti, che dissolva e riplasmi gli schieramenti. L’avanguardia deve distinguersi per “un’azione sistematicamente e culturalmente eversiva, che miri a introdurre in circuito idee ‘avvelenate’, che punti non tanto ad influenzare, dimostrare, convincere, organizzare burocraticamente, quanto a colpire, ad affascinare, a creare dubbi, a generare bisogni, a far crescere consapevolezze, a produrre atteggiamenti e condotte destabilizzanti. Deve, in una parola, parlare e saper parlare il linguaggio del mito, crearsi da sé il proprio pubblico, far leva pienamente sia sulle tendenze spontanee di rifiuto politico della realtà del Sistema nelle sue varie articolazioni, che sugli archetipi romantico-faustiani che ancora circolano nell’inconscio collettivo europeo” (Stefano Vaj, dalla "Introduzione" alla prima edizione di Il sistema per uccidere i popoli di Guillaume Faye). Scioccare e sedurre. Ma per questo occorre un altro stile, che esca definitivamente dalla ritualità vuota del nostalgismo, dagli slogan triti e ritriti, dal conformismo settario. Superare gli stereotipi, parlare un linguaggio nuovo, rifiutare le logiche del Sistema per imporne di nuove, confrontarsi con il presente e progettare il futuro – ecco il nostro obiettivo.»(5).Quest’arte già esisteAlcuni esempi attuali di arte d’avanguardia li troviamo in Dragos Kalajic, Daniel Casarin e in Mario Romano Ricci, tutti protesi verso un’arte poetica, mitica ed eroica ad un tempo.Panorama dedicò a suo tempo un articolo in occasione della mostra dei quadri del pittore e geopolitico serbo tenutasi nel 2004 presso la Galleria di Egidio Eleuteri. Vale la pena citarne la parte finale: « Le immagini a colori smaltati (bianco, azzurro, oro, cinabro) di una visione d'alta quota distillano così una scintillante cosmogonia posta a metà tra il fumetto di fantascienza (Flash Gordon) e le aeropitture futuriste di Fillia e Tullio Crali, dove lanciatori di giavellotto, aquile e Dioscuri di pietra, prismi e comete vaganti simboleggiano identità mitiche unificanti il mondo spirituale europeo da Est a Ovest secondo una linea di continuità che associa Mosca a Roma fino alle estreme frontiere dell'Atlantico.Questo accurato panorama di «icone», variamente illustrato per simboli e allegorie animali, umane e monumentali, ci conduce quasi per mano a fare «quattro passi tra gli eroi» e dà forma alla leggenda iperborea che indica nel gelido vento del Nord Europa l'elemento ordinatore («maschile») della civiltà, in dialettica permanente con l'elemento caotico («femminile») di origine sudorientale. Tra croci celtiche e incontri figurati di Terra (donna) e Cielo (uomo), Dragos Kalajic espone con efficacia visiva il cuore di una esperienza «archeo-futurista» di una iperEuropa che partendo dalle immagini del mondo classico romano viaggia a ritroso nel tempo e riattualizza antichi culti solari con l'idea della mitica Thule, patria leggendaria dei popoli europei. E così la migliore vocazione del pittore «metapolitico», sovrapponendosi con la fantasia delle immagini «inattuali» alle prosaiche intenzioni dello scrittore «geopolitico», riassume il senso di tutta una ricerca.»(6).Alcuni bellissimi dipinti di Daniel Casarin sono stati usati come immagine di copertina in alcuni numeri passati di Orion ed in essi troviamo una notevole stratificazione di messaggi e contenutiche ci fa capire quanto la nostra gioventù abbia ancora da dire e a quale livello sappia lavorare se veramente lo vuole.Di Mario Romano Ricci ricordo qui il pregevole libro della mostra tenuta nel gennaio 2006 a Brescia intitolata “dalla volontà creatrice all’identità”. In esso sono contenute le immagini delle sue sculture dedicate al tema; l’autore concepisce l’arte come una cornice che racchiude ogni artificio umano: creare significa dunque fare dell’arte.Questi tre nomi non sono però rappresentativi, pur nella loro eccezionale bravura, di una scena magmatica e piuttosto nascosta e dispersa, e mancherei di rispetto e riguardo a coloro che non ho nominato se mi dilungassi oltre; preferisco allora terminare qui con gli esempi e i riferimenti ad autori a noi vicini, lasciando a ciascuno l’impegno assai piacevole di andare in cerca di questi straordinari artisti. Ciò che qui importa è far capire che artisti d’avanguardia già esistono.Arte e informaticaUn’avanguardia non è davvero tale se non sa utilizzare appieno e fruttuosamente le tecnologie e le innovazioni che il suo tempo le mette a disposizione - ancor meglio sarebbe anticiparle.Oggi le tecnologie ci permettono di creare progetti grafici di straordinaria efficacia, ci permettono di comunicare a distanze impensabili in tempo reale, scaricare filmati dalla Rete, produrre i nostri filmati praticamente a costo zero, creare musica (elettronica) con programmi gratuiti, elaborare foto e renderle delle vere opere d’arte. L’arte oggi passa necessariamente attraverso le tecnologie informatiche. Le nostre vite sono informatizzate e, finché sapremo controllare questi straordinari strumenti, ciò sarà un bene.Anche la pubblicità è una forma d’arte, e oggi è la più efficace: l’avanguardia deve saper sfruttare dunque i linguaggi informatici, deve imparare poi a modificarli e “dirigerli” nella direzione che vuole, deve cioè volgere il veleno in medicina.Le elaborazioni di immagini e di testo, i soliti manifesti di concerti e conferenze a noi ben noti, diventano allora un momento fondamentale di comunicazione col mondo esterno e con coloro a noi distanti o non ancora vicini. Bisogna saper affascinare e colpire, senza rinunce di comodo.I progetti grafici elaborati da Casa Pound, Zetazeroalfa, Noreporter, ma anche da Base Militante Progetto Torino o dal Thule Seminar ecc., hanno tutti un’impronta assolutamente innovativa in questo senso e tutta l’avanguardia ha da imparare da loro in efficacia ed impatto. È ora di svecchiare definitivamente estetica ed arte, perché soltanto in questo modo si potranno rinnovare uomini e territorio. Il lavoro artistico in questo senso è, lo ripeto, solo all’inizio, e tutti gli spiriti artistici dovrebbero mettersi in gioco, viste le immense possibilità offerte dalle nuove tecnologie.Il cinema naturalmente non può essere ignorato e il progetto Corti e Ribelli mi pare si inserisca nel giusto solco; e per quel che riguarda il teatro non possiamo non citare la compagnia Vertex Teatro.Tutto ruota attorno ad una vivace fantasia e ad una grande inventiva.Vulcanismo?Scrive Jünger in una lettera ad Henri Plard: «Il Lavoratore è un titano e, in quanto tale, un figlio della Terra; segue, come dice Nietzsche, il senso della Terra, e ciò sino al punto stesso in cui sembra distruggerlo. Il vulcanismo si intensificherà. La Terra non farà soltanto sorgere nuovi generi, ma anche nuovi ordini. Il Superuomo appartiene ancora alla specie […] Per cominciare, il rovesciamento degli dèi è l’assalto materiale al mondo paternalistico, con i suoi principii, i suoi preti ed i suoi eroi e non è ancora terminato. La replica sarà all’altezza dell’attacco. Esiodo e l’Edda ritornano attuali.»(7).Come si è detto il termine Futurismo sarebbe oggi “passatista” e un’arte che si voglia veramente avanguardia non può rimanere legata a formule del passato; di maggiore attualità risulta senz’altro l’ossimoro archeofuturismo, che non ha ricevuto una chiara definizione, che d’altra parte è cosa difficile da fare. Tuttavia proporre e creare nuove definizioni e nuove formule espressive e rappresentative di un’attitudine artistica sarebbe a mio avviso utile.Jünger parla di vulcanismo e mi pare una buona definizione per un tipo d’arte che intende rinnovare e che al contempo trae la sua energia dall’elementare.Vulcanismo richiama alla mente la terra e il fuoco, in esso si racchiudono la potenza ed il radicamento ed evoca l’immagine di un’energia inarrestabile, la forza di un’esplosione elementare che erompe dalle viscere della Terra travolgendo tutto ciò che incontra sul suo cammino. È la forza tellurica dei Titani che stringono nella mani il potere della tecnica e volgono il loro sguardo al futuro. È Futurismo alla massima potenza, una volontà che attende sepolta nella Terra il momento propizio per diffondersi come un incendio che tutto rinnova.